8. VILLA CRIVELLI (CASTELLO)


Inverigo - La Rotonda

© Circolo Fotografico di Inverigo

Ascolta la puntata dell’audioguida (prima parte e seconda parte)

La Villa Crivelli è comunemente chiamata dagli abitanti di Inverigo Il Castello, a testimonianza della sua natura composita e del suo passato ruolo di centro del potere poliziesco e militare della regione.  Il complesso rappresenta un unicum poiché in esso vi si legge il passaggio architettonico e storico, avvenuto nel corso di quasi dieci secoli, da castrum medievale a dimora di famiglia aristocratica rurale e infine a villa di delizia, con un esteso giardino e varie cascine di pertinenza.

La porta ad arco di fronte a te è l’ingresso del castrum, il nucleo più antico della Villa Crivelli. La sua esistenza è attestata almeno dal 1026, probabilmente come luogo fortificato per l’avvistamento e la difesa del borgo dalle scorribande degli Ungari e da centro di controllo di un ampio tratto di valle del Lambro.

Nel 1411, dopo un periodo di abbandono, il complesso fu acquistato dall’antica famiglia patrizia dei Giussani che lo rimaneggiarono, trasformandolo in residenza signorile e centro amministrativo di tutte le cascine del circondario.

Ai due lati dell’ingresso si trovano le due torri di guardia e di prigione, all’interno si possono riconoscere i magazzini, l’infermeria, le abitazioni delle guardie, il pozzo, il torchio, il palazzo signorile. Continuando sulla destra, si nota (sebbene ora coperta di vegetazione) la garitta (piccola costruzione di vedetta) di guardia al ponticello in mattoni che collega il castrum al castro pretorio, edificio già esistente a metà Quattrocento, caratterizzato da finestre monofore in stile gotico-lombardo.

Salendo si giunge al secondo ingresso della Villa, fatto edificare dai Crivelli, dal quale si domina tutta la piana della valle del Lambro.

I beni dei Giussani inverighesi, fra cui il castello, passarono alla famiglia Crivelli nel 1580 quando Tiberio Giussani nominò suo erede il nipote Flaminio Crivelli, a patto che ogni primogenito di famiglia portasse sempre nome di “Tiberio”. In quegli anni i Crivelli si stavano affermando politicamente ed economicamente grazie all’acquisto di feudi nel Ducato di Milano, arrivando in seguito a comprendere tra i loro possedimenti quasi tutta la Brianza e la Lomellina.

Inverigo divenne la residenza regolamentare del governo feudale del casato Crivelli, tanto da far dire all’abate Annoni che ‘Inverigo fu chiamato la capitale della Brianza. Tra la seconda metà del Seicento e l’inizio del Settecento, i marchesi adattarono gli edifici adiacenti a Nord del castrum in “casa da nobile”, cioè in villa signorile, e completarono il loro sistema di potere con il trasferimento, tra il 1777 al 1797, della Pretura ad Inverigo nella sede del castro pretorio, con la trasformazione del castrum in carcere e in abitazione delle guardie. (Piccola curiosità: tutte le celle avevano uno stretto pertugio di luce rivolto verso il campanile, affinché ci fosse ispirazione di pentimento e catarsi.)

L’edificio si arricchì in questo periodo del teatro di corte (1758), con antiche macchine sceniche ancora presenti, e di spazi dedicati al lavoro dei coloni e della servitù. Fra questi si segnalano il gigantesco torchio del 1736, che testimonia come, fino all’arrivo della fillossera (parassita della vite) a fine Ottocento, il 30% dell’intero territorio inverighese fosse coltivato a vite con un’importante produzione vinicola, e le cucine settecentesche (con annesso forno per il pane, camino monumentale e cuoci-vivande in muratura) che sono una rarità nel nostro territorio.

La giurisdizione dei Crivelli cessò nel 1797 con l’abolizione dei privilegi feudali ad opera del governo napoleonico. I marchesi, quindi, spostarono la loro dimora abituale a Milano e Il Castello venne declassato a centro amministrativo delle pertinenti tenute agricole ed a una tra le tante ville di campagna dei Crivelli.

Il passaggio da centro feudale a villa di delizia fu sancito dalla costruzione dell’ala Est, il porticato neoclassico con vista sul Piano d’Erba, su disegno del famoso architetto Leopoldo Pollack. Con questa aggiunta la pianta dell’edificio diventò a quattro corpi, chiusa a corte, mentre prima era ad U. E’ proprio ad Est che venivano ammassati negli ultimi giorni di giugno le tonnellate di bozzoli maturi da destinare alle filande della seta.

La storia della famiglia Crivelli a Inverigo ebbe termine negli anni ’50 quando, col collasso dell’economia contadina della cascina, gli eredi dell’ultimo marchese, Uberto Crivelli, svendettero tutti i  possedimenti, senza offrire la possibilità di prelazione agli affittuari delle corti circostanti la Villa. Da più di sessant’anni, la Villa Crivelli e il castrum giacciono in uno stato di sconfortante abbandono.

Durante recenti lavori di restauro, sono stati recuperati pregevoli opere seicentesche e settecentesche, fra cui alcune di Giovanni Ghisolfi, affreschi cinquecenteschi ed una sinopia (un disegno preparatorio per un affresco) trecentesca con la rappresentazione di un orso giocoliere posto fra due giullari.

Dipinti di Villa Crivelli da “Impressioni Pittoriche di Giannino Grossi, 1931″:
Inverigo- Villa Crivelli- Giardino e statue degli imperatori romani
Una strada di Inverigo 

 

Prossima fermata:

9. STRADUN IN PEE

8-9

Clicca qui o sulla mappa per aprire il navigatore di Google Maps.

Fermata precedente:

7. CHIESA PARROCCHIALE

8-7

Clicca qui o sulla mappa per aprire il navigatore di Google Maps.