5. PARCO CRIVELLI


Ingresso crivelli lato gigante

Una delle statue rimaste nel giardino Crivelli© Circolo Fotografico di Inverigo

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<<Il Castello, ossia il grandioso palazzo Crivelli sta sull’alto; ed ampio giardino alla francese s’apre sul davanti, da cui parte largo viale fiancheggiato da annosi cipressi che guida a vedere il corso sinuoso del Lambro.>> Carlo Annoni, 1835

Il giardino del Castello si stendeva dalla Villa Crivelli fino al pendio della collina di rimpetto, quella da cui domina il Gigante. Ai tempi di maggiore splendore della casata, era superbo: ampio e ben disegnato si dipanava tutto attorno alla Villa, affacciato come un balcone sullo splendido panorama offerto dal sottostante Piano d’Erba, solcato nel mezzo dal tratto lastricato del Viale dei Cipressi e, ai due lati di questo, da due file di brevi scalinate che permettevano di risalire facilmente il dolce pendio. I muretti delle scalinate e dei terrazzamenti erano costellati di statue di arenaria, adagiate come su triclini, come quella nell’immagine qui sopra (se si fa attenzione si notano, sulla scalinata in secondo piano, altre due statue sdraiate sui muretti; attualmente, della maggior parte di esse non si può più nemmeno decifrare la raffigurazione a causa del pessimo stato di mantenimento). Nel giardino della Villa rimangono alcune statue tra cui Bacco, Venere e due ignudi. Nella parte delle serre vi è un’Allegoria della Natura con uva, frutta e olivi che la fantasia popolare ha simpaticamente battezzato la “moglie” del Gigante.

Il Viale dei Cipressi, con i suoi due filari alberati, anch’esso disseminato di coppie di pilastri reggenti statue a figura intera, ormai quasi del tutto disperse, costituiva un’estensione spettacolare e unica del magnifico giardino sia a monte, con la collina del Gigante, che a valle. Possiamo considerare anche l’Orrido stesso una propaggine del giardino, secondo i dettami del gusto architettonico del XVII secolo. Come in tutti i giardini ondulati della fascia prealpina lombarda, era caratterizzato da terrazzamenti, ‘belvederi’, effetti prospettici nelle fughe dei viali; non mancavano siepi di bosso.

Attestati alcuni orti quattrocenteschi attigui alla casa fortificata con esemplari di piante abbastanza rare per l’epoca, fu nell’epoca barocca che il giardino fu trasformato secondo i canoni della moda che si stava affermando fra le ville dell’aristocrazia. Sappiamo però che, almeno fino al 1722, l’estensione i giardini non arrivavano ancora fino alla cancellata che costeggia l’odierna via Al Gigante. Le stampe ottocentesche, invece, ci tramandano immagini di un giardino in parte francese (nella parte verso la Villa) ed in parte all’italiana nella parte bassa, di estensione raddoppiata.

Potete provare a visualizzare lo splendore dell’epoca dei giardini Crivelli, così come dovevano apparire nel 1821, aprendo il link sottostante, che vi rimanda ad un’incisione celebre  dei coniugi Federico e Carolina Lose, compiuta durante un viaggio “nei monti di Brianza”, che poi fu anche il titolo della raccolta.

“Villa Crivelli a Inverigo”, Viaggio pittorico ai  Monti di Brianza, 1823- acquatinta
“Villa Crivelli a Inverigo”, Viaggio pittorico ai Monti di Brianza, 1835- acquatinta a colori

I giardini divennero molto famosi e furono oggetto di visite anche di noti letterati come Foscolo, Porta e Stendhal. La fama si protrasse fino ai primi decenni del XX secolo quando ancora il giardino di Villa Crivelli d’Inverigo era inserito nella lista dei 17  più importanti d’Italia. 

Impossibile non chiudere con una nota riguardo al progetto di autosilo interrato che deturpa una buona parte degli antichi giardini. Il cantiere è attualmente fermo da anni, in una condizione sconfortante.

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5-6

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5-4

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